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ISSUE 427

L’Ue può ridurre del 50% la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili grazie all’elettrificazione

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L’Ue può ridurre del 50% la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili grazie all’elettrificazione

Lo evidenzia l’ultimo report dell’Ember dedicato alla sicurezza energetica dell’Europa. Tra l’altro, solo il 19% della produzione di energia elettrica utilizza gas e petrolio importati; di contro, il settore dei trasporti dipende per l’88% dai prodotti inquinanti acquistati dall’estero.

 

La dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili importati non è solo un problema di costi in termini economici e di danni in termini ambientali e di crisi climatica. Ci sono molti altri rischi connessi questa politica energetica che, sebbene sia parzialmente mutata negli ultimi anni, soprattutto dopo l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina, ha ancora di fronte a sé la necessità di un più drastico cambio di rotta. In questo senso, come possibile soluzione a portata di mano, c’è da segnalare il potenziale rappresentato dall’elettrificazione. Un potenziale che può essere sviluppato in tutti i settori dell’economia dell’Ue.

 

A gettare luce su tale questione arriva ora un nuovo report realizzato dal think tank europeo Ember dal titolo «A prova di shock: come l'elettrificazione può rafforzare la sicurezza energetica dell'Ue». L’analisi parte dal fatto che è del 58% la quota di energia primaria dell’Ue fornita dalle importazioni di combustibili fossili. Altra percentuale sottolineata nel report e di cui si deve tener conto è questa: l’82% dell’energia fossile dell’Ue viene consumata al di fuori del settore elettrico, dove invece l’elettrificazione rappresenta la soluzione. Terza e ultima percentuale evidenziata dall’indagine è in forma negativa: -50%; è la da dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili che potrebbe essere raggiunta. Possiamo cioè dimezzare entro il 2040 la dipendenza da gas e carbone importati, con l’elettrificazione come principale fattore contributivo per questo storico risultato.

 

La questione va affrontata tanto più urgentemente alla luce del quadro attuale di riferimento. Nel 2024 le importazioni di combustibili fossili, pari al 58 % dell’energia primaria dell'Ue, sono risultate molto superiori a quelle di altre grandi economie come la Cina (24 %) o l'India (37 %). Queste importazioni di combustibili fossili rimangono concentrate su pochi fornitori. I quattro principali fornitori di gas dell'Ue hanno fornito l'83 % delle importazioni nel 2024, una percentuale simile a quella precedente alla crisi del gas. E il costo di questa politica energetica è rilevante: l’Ue ha pagato 930 miliardi di euro per la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili durante la crisi energetica. Durante la crisi del gas (2021-2024), quando il prezzo di tutti i combustibili fossili ha subito un’impennata, le importazioni di combustibili fossili sono costate all’Ue 1,8 trilioni di euro. Si tratta, appunto, di 930 miliardi di euro in più rispetto a quanto sarebbero costate le stesse quantità ai prezzi pre-crisi. E Ember segnala che in tutto questo solo il 19% della produzione di energia elettrica dell’Ue utilizza combustibili fossili importati, rispetto all'88% nel settore dei trasporti: con la decarbonizzazione dell'approvvigionamento energetico dell'Ue, una quota sempre maggiore proviene infatti da fonti interne quali l'eolico e il solare. Altri settori importanti dell'economia sono più esposti, con il settore dei trasporti che dipende per l'88% dai combustibili fossili importati. Il passaggio dal consumo di combustibili fossili importati all'elettricità prodotta internamente in tutti i settori dell'economia è il modo più rapido per raggiungere una maggiore indipendenza energetica.

 

Tra l’altro, se mai ce ne fosse bisogno, ormai è stato dimostrato che la maggior parte del consumo energetico europeo può già essere elettrificato. Poco più di un quinto della domanda energetica dell'Ue è già elettrificata, anche se è vero che i progressi sono disomogenei in Europa. L'elettrificazione delle abitazioni varia dal 12% in Polonia al 48% in Svezia, mentre l'elettrificazione della produzione di ferro e acciaio varia dal 18% in Slovacchia al 57% in Francia. Altri due terzi della domanda energetica dell'Ue possono essere elettrificati utilizzando tecnologie consolidate, con il trasporto su strada e il riscaldamento degli ambienti che rappresentano i segmenti più importanti.

 

La conclusione messa in luce dal report di Ember non ha bisogno di molti commenti aggiuntivi: l’elettrificazione è fondamentale per dimezzare la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili entro il 2040. Mentre i vertici dei Paesi europei discutono i propri obiettivi energetici e climatici per il 2040, l’analisi della Commissione europea mostra che la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili può essere dimezzata entro il 2040. L’elettrificazione dei consumi energetici in tutta l’economia contribuisce in larga misura a questo cambiamento, con l’86% della riduzione delle importazioni di combustibili fossili che avviene al di fuori del settore energetico. Alcuni paesi stanno indicando la strada: le auto elettriche in Danimarca stanno già sostituendo ogni anno un consumo di petrolio pari all’11% delle importazioni petrolifere del paese. L’Italia ha ora lanciato un bonus rottamazione. In attesa dell’annunciato click day del 22 ottobre, il settore italiano dei trasporti continua a essere penalizzante e i segnali arrivati dal governo con gli incentivi per i veicoli elettrici non sono stati finora molto incoraggianti.

 

 

Foto: greenreport.it

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