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ISSUE
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focus.it

In vista della COP30 che si terrà in Brasile il prossimo novembre è uscito il secondo Global Tipping Points Report, un rapporto realizzato da 160 scienziati che monitora i cosiddetti tipping point, o punti di non ritorno – delle soglie oltre le quali le conseguenze dei cambiamenti climatici diventano catastrofiche.
Le notizie – c'era da aspettarselo – non sono rosee: abbiamo superato infatti il primo punto di non ritorno climatico riguardante le barriere coralline tropicali, dalle quali dipendono quasi un miliardo di persone e un quarto dell'intera vita marina.
Addio barriere coralline tropicali
Le barriere coralline in acque calde stanno morendo in seguito a ripetuti eventi di sbiancamento di massa: con un riscaldamento globale attualmente a + 1,4 °C, le barriere stanno superando il proprio punto di non ritorno termale (stimato a 1,2 °C, con un range che va da 1 a 1,5 °C). Anche se la temperatura si fermasse a +1,5 °C, è praticamente certo (con una probabilità superiore al 99%) che le grandi barriere coralline tropicali spariranno: l'unica (irraggiungibile) speranza è che si scenda a una temperatura globale di +1 °C.
«I risultati di questo rapporto sono estremamente allarmanti. Il fatto che le barriere coralline in acque calde stiano superando il loro punto di non ritorno termico è una tragedia per la natura e per le persone che dipendono da esse per il cibo e il reddito», commenta Mike Barrett, uno degli autori del report.
Verso nuovi tipping point
Gli scienziati avvertono che la morte delle barriere coralline è solo il primo di numerosi punti di non ritorno ai quali ci stiamo avvicinando, come lo scioglimento irreversibile delle calotte polari, il collasso di un importante sistema di correnti oceaniche e il deperimento della foresta amazzonica.
In particolare il report sottolinea che la corrente AMOC (che sta per Atlantic Meridional Overturning Circulation, ovvero capovolgimento meridionale della circolazione atlantica) rischia di collassare prima del raggiungimento dei 2 °C di riscaldamento globale, provocando inverni molto più rigidi in Europa nord occidentale, interrompendo i monsoni dell'Africa occidentale e dell'India e riducendo i raccolti agricoli in gran parte del mondo.
Punti di non ritorno positivi
Gli autori invitano a fissare tipping point positivi, alcuni già superati – come l'uso di energia solare ed eolica in tutto il mondo o la diffusione dei veicoli elettrici –, altri quasi raggiunti – come nel settore del trasporto merci, dove l'adozione di tecnologie sostenibili come camion elettrici o carburanti verdi potrebbe accelerare in modo esponenziale.
Chiara Guzzonato
Foto: wirestock
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Rassegna del 24 Ottobre, 2025 |
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