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ISSUE 427

Urbino, la città patrimonio Unesco dove la transizione energetica è una rinascita culturale

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Urbino, la città patrimonio Unesco dove la transizione energetica è una rinascita culturale

Inserita nel 1998 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il suo eccezionale valore universale come città ideale del Rinascimento, Urbino è oggi impegnata in un percorso di transizione energetica e climatica che unisce tutela, innovazione e partecipazione. La sfida principale riguarda la fragilità di un contesto in cui convivono beni monumentali, ambienti naturali e un tessuto sociale e produttivo che si è sviluppato nei secoli intorno alla sua identità culturale. “I vincoli architettonici, i costi e la complessità del territorio rendono la sfida energetica più difficile, ma anche più necessaria – spiegano il sindaco Maurizio Gambini e l’assessore Francesco Guazzolini –. Per questo abbiamo scelto di affrontarla con una pianificazione integrata che guardi all’intero sistema urbano e territoriale, e non solo al centro storico”.

 

La città dispone oggi di un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Secap), approvato nel 2019, che fissa l’obiettivo di ridurre del 42,84% le emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Il Piano prevede 40 azioni di mitigazione e 33 di adattamento ai cambiamenti climatici e nasce da un percorso avviato già nel 2001, quando il Comune approvò la Carta della Terra presentata a Urbino da Mikhail Gorbachev e Rita Levi Montalcini, e proseguito con l’adesione alla Covenant of Mayors nel 2010. Grazie alla collaborazione con la Regione Marche, Urbino ha potuto integrare negli anni i principi della sostenibilità nelle proprie politiche energetiche e ambientali, fino alla definizione dell’attuale strategia climatica.

 

Tra i risultati più significativi spicca l’efficientamento dell’intero sistema di pubblica illuminazione, che ha visto la sostituzione dei vecchi corpi illuminanti con apparecchi Led a basso consumo e il controllo da remoto dei flussi luminosi. L’intervento ha comportato un notevole risparmio energetico e, al tempo stesso, una riqualificazione estetica del patrimonio architettonico e monumentale. “Abbiamo scelto tecnologie che rispettassero la qualità visiva del centro storico e migliorassero l’immagine notturna della città – sottolineano – È un esempio di come la transizione energetica possa contribuire anche alla valorizzazione del patrimonio”. A ciò si aggiungono l’installazione di impianti solari su edifici pubblici al di fuori della core zone Unesco e la progettazione di una comunità energetica locale, già definita ma in attesa di attuazione.   

 

L’integrazione tra la tutela del patrimonio e le politiche energetiche è un punto cardine della strategia urbinate. Il Piano di gestione del sito Unesco, approvato nel 2013, è in fase di aggiornamento e verrà coordinato con il Secap e con il nuovo Piano urbanistico generale (Pug), che sostituirà il vigente Prg. “Il nostro obiettivo – spiegano gli amministratori – è dare valore normativo alle scelte di sostenibilità e adattamento, rendendo coerenti gli strumenti di pianificazione territoriale e di gestione del patrimonio. In un sito come il nostro, ogni decisione urbanistica ha un impatto diretto sull’identità culturale e ambientale della città”.

 

Le azioni per la resilienza si basano su un’analisi dettagliata della vulnerabilità climatica dei diversi settori di governo – agricoltura, ambiente, salute umana – elaborata con il supporto di partner europei. In parallelo, Urbino partecipa al progetto MARCHe2Resilience, promosso dalla Regione Marche nell’ambito del programma europeo Pathways2Resilience, che mira a rafforzare la governance multilivello per l’adattamento climatico e il coinvolgimento delle comunità locali. “La resilienza – spiegano – non è solo capacità di reagire agli eventi estremi, ma di costruire una cultura condivisa del rischio e della prevenzione. È un percorso educativo prima ancora che tecnico”.

 

L’impegno formativo e culturale è una delle cifre distintive del modello Urbino. Nel settembre 2025 la città ha ospitato il corso internazionale IntegratedTerritorial&Urban Conservation (Ituc), promosso da Iccrom dopo oltre vent’anni di sospensione. Il corso ha riunito 16 professionisti e professioniste del patrimonio culturale provenienti da tutto il mondo per affrontare temi cruciali come la gestione integrata del patrimonio urbano, la valutazione d’impatto, la resilienza climatica e la governance multilivello. “È stata un’esperienza di grande valore – raccontano – perché ha confermato la vocazione di Urbino a essere un laboratorio di ricerca e formazione sul patrimonio sostenibile”.

 

Tutte queste azioni, sottolineano il sindaco e l’assessore, si basano su una rete di alleanze solide: “Collaboriamo costantemente con la Regione Marche, la Soprintendenza, l’Università di Urbino e il sistema scolastico locale. Il coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini, delle imprese e del tessuto economico è fondamentale, perché solo una governance condivisa può rendere efficace la transizione energetica”.

 

Guardando al futuro, Urbino punta ad allinearsi alla Missione europea “100 città a impatto climatico zero entro il 2030”, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. “La transizione energetica – conclude il sindaco Gambini – deve essere vissuta come una rinascita culturale. Ogni intervento deve rispettare la storia dei luoghi, ma anche proiettarli verso un futuro più sicuro e coeso. L’energia del cambiamento nasce dalla consapevolezza delle comunità: è questa la vera eredità che vogliamo lasciare alle generazioni presenti e future”.

 

Annateresa Rondinella

 

 

Foto: greenreport.it

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