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07/06/2024

Norme ISO per l’economia circolare, pubblicati i nuovi standard

Dai principi guida alle procedure per la transizione fino alla misurazione e alle best practice: un pacchetto di norme ISO (ma anche UNI) per accompagnare verso l’economia circolare

 

Nuove norme ISO per l’economia circolare volte a fornire alle organizzazioni un vocabolario comune, una guida operativa e i necessari strumenti di misurazione per applicare efficacemente i principi della circolarità. Con quest’obiettivo il comitato tecnico ISO/TC 323 che si occupa di standardizzazione nel campo dell’economia circolare ha pubblicato, il 22 maggio scorso, un pacchetto di norme della serie ISO 59000: si tratta dei primi quattro standard – 59004, 59010, 59020, 59032 – messi a punto in oltre 5 anni di lavoro da esperte ed esperti di oltre 100 Paesi, con 19 organismi internazionali coinvolti. Queste nuove norme che si annunciano preziose per condividere a livello internazionale le prassi utili a “mantenere un flusso circolare di risorse, recuperandole, conservandole o aumentando il loro valore, contribuendo, nel contempo, allo sviluppo sostenibile”.

 

Cosa prevedono le norme ISO per l’economia circolare

A questi standard se ne affiancheranno presto altri, come la revisione della norma UNI/TS 11820 sulla misurazione della circolarità o gli standard proposti dal CEN/TC 473 “Circular Economy”, il nuovo comitato europeo per gli standard sull’economia circolare presentato lo scorso febbraio dal Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN), uno dei tre organismi europei di standardizzazione (insieme a CENELEC ed ETSI) riconosciuti come responsabili dello sviluppo e della definizione di standard volontari a livello europeo.

Ma vediamo più nel dettaglio il frutto del lavoro del Technical Committee ISO/TC 323 “Circular economy”.

 

ISO 59004:2004: vocabolario, principi e guida

Tra le nuove norme ISO per l’economia circolare, la ISO 59004:2024 “Circular economy – Vocabulary, principles and guidance for implementation” è quella che introduce una terminologia condivisa e stabilisce le definizioni e i principi fondamentali su cui si fonda l’economia circolare. La norma vara anche una definizione condivisa di economia circolare: “Sistema economico che utilizza un approccio sistemico per mantenere un flusso circolare di risorse, recuperando, conservando o aggiungendo valore, contribuendo allo sviluppo sostenibile”. Una definizione che riconosce il controbuto, non esaustivo, dell’economia cricolare al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilitò e che, dopo aver chiarito che “le risorse possono essere considerate sia in termini di stock che di flussi”, aggiunge: “L’afflusso di risorse vergini è mantenuto il più basso possibile e il flusso circolare delle risorse è mantenuto il più chiuso possibile per ridurre al minimo gli sprechi, le perdite e il rilascio dal sistema economico”.

Pensiero sistemico, creazione del valore, condivisione del valore, gestione delle risorse, tracciabilità delle risorse e resilienza degli ecosistemi: sono questi i sei principi su cui si fonda, in sintesi, lo standard, confermando che l’economia circore è un processo che non si limita a chiudere il ciclo dei rifiuti, ma dovrà sempre più contribuire a una efficiente gestione delle risorse con l’obiettivo di rigenerare ecosistemi e biodiversità.

 

Questa ISO si pone anche come una gida, applicabile a ogni tipo di organizzazione, con indicazioni generali e indicazioni pratiche su come mettere in pratica passo dopo passo tali principi.

 

ISO 59010:2004: un vademecum per la transizione

Lo standard “ISO 59010:2024 Circular economy – Guidance on the transition of business models and value networks” è quello tra le nuove norme ISO per l’economia circolare che guida le organizzazioni nella trasformazione da un approccio lineare a un quadro circolare, controbuendo a pratiche d’impresa più sostenibili e dunque a una maggiore resilienza dell’economia globale. Al centro dell’attenzione ci sono proprio i modelli di business e le reti di valore, vale a dire i sistemi di aziende come fornitori, acquirenti, partner tecnologici e finanziari. Questo standard fornisce una tabella di marcia per identificare aree di miglioramento, definire obiettivi e sviluppare strategie per creare una catena del valore più sostenibile. Integra lo standard ISO 59004 offrendo indicazioni più dettagliate sulla valutazione degli attuali modelli di creazione di valore, sulla mappatura delle catene del valore e delle reti del valore e sullo sviluppo di strategie per la circolarità.

 

ISO 59020:2004: misurare e valutare

Una volta individuata la strategia d’azione e costruita la road-map verso la circolarità, l’organizzazione dovrà dar conto dei progressi fatti, anche in termini di impatti ridotti e flussi di risorse efficientati. A questo scopo è stata pubblicata la norma ISO 59020:2024 “Circular economy – Measuring and assessing circularity performance”. Come si misura il grado di circolarità di un’operazione? Questa norma ISO per l’economia circolare mette a disposizione le indicazioni per misurare e valutare le performance di un’organizzazione. Oltre a principi e linee guida per misurare e valutare le prestazioni, la ISO 59020 fornisce le metodologie per raccogliere i dati e selezionare gli indicatori utili a monitorare i progressi verso gli obiettivi di circolarità. Standardizzare e dunque rendere il più possibile univoco e condiviso il processo di raccolta ed elaborazione dati, tramite indicatori di circolarità obbligatori e facoltativi, implica una maggiore probabilità per le organizzazioni di ottenere risultati coerenti e verificabili.

 

La norma fornisce un quadro strutturato per definire i confini del sistema, selezionare indicatori appropriati e interpretare i dati, in modo da valutare le prestazioni di circolarità a più livelli, da quello regionale e inter-organizzativo a quello organizzativo e specifico del prodotto. È progettata per integrare altre valutazioni di sostenibilità e può essere a sua volta integrata con metodi aggiuntivi per misurare gli impatti sociali, ambientali ed economici, fornendo una visione completa delle prestazioni di sostenibilità di un’organizzazione.

 

ISO 59032:2004: esempi di reti di valore

Accanto agli standard fin qui elencati, alle norme ISO per l’economia circolare si aggiunge un “rapporto tecnico”, la ISO/TR 59032:2024 “Circular economy –m Review of existing value networks”. Il rapporto tecnico integra la norma ISO 59010 esaminando le caratteristiche e le strutture di alcune reti di valore esistenti, come esempi per accelerare un processo di transizione verso l’economia circolare.

 

Le norme ISO sull’economia circolare in preparazione

Come accennato, accanto alle norme appena emanate, ce ne sono altre in via di definizione. Tra queste c’è la ISO59040:2024 “Circular Economy – Product Circularity Data Sheet (PCDS)”, progettata per standardizzare il modo in cui vengono comunicate le informazioni sulla circolarità del prodotto. Questo standard fornirà un modello base per creare una scheda tecnica sulla circolarità del prodotto (PCDS) e divulgarne le informazioni sulle prestazioni di circolarità.

 

L’altra norma allo stadio di bozza finale e in attesa di pubblicazione entro l’anno è la ISO 59014:2024 “Environmental Management and the Circular Economy – Sustainability and traceability of secondary materials recovery – Principles, requirements and guidance”. Questo standard concentra l’attenzione sull’uso di secondary materials o materie prime seconde, materiali utilizzati in precedenti cicli produttivi e risultanti da un processo di recupero, che possono ancora essere riutilizzati diventando l’input di un nuovo processo produttivo. Il suo obiettivo è quello di fissare i principi e i requisiti affinché le materie prime seconde siano recuperate e impiegate garantendo il minimo impatto ambientale e la massima tracciabilità.

 

Un’altra bozza ancora all’esame del Comitato ISO/TC 323 “Cicular Economy” è infine la ISO/CD TR 59031 “Circular economy – Performance-based approach – Analysis of cases studies”. La sigla CD sta appunto per Committee Draft, bozza del comitato, e la norma riguarderà l’analiso di casi concreti per valutarli con un approffio basato sulle prestazioni ottenute.