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17/03/2023

Frank Meyer, la transizione energetica sarà il motore per una grande trasformazione sociale

Secondo Frank Meyer, CEO di E.ON Italia, la vera innovazione energetica consiste nella disseminazione e nella diffusione di soluzioni e tecnologie. Impegno diretto, dell’azienda, nel sostegno di iniziative per la conservazione ambientale del pianeta, in particolare in ambiente marino. Grandi aspettative per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e della mobilità elettrica.

 

Napoli, Castel dell’Ovo. Nell’ambito della presentazione della mostra dell’Unesco Ocean & Climate Village, sponsorizzata da E.ON Italia, abbiamo incontrato il suo CEO, Frank Meyer, per tentare di comprendere la visione della sua azienda alla luce delle radicali trasformazioni che sta vivendo il settore della sostenibilità energetica.

 

Dott. Meyer, partiamo dalla sua storia personale: si è laureato in Germania in matematica e fisica, ha avuto poi un percorso professionale nella consulenza e nella telefonia ed infine è approdato nel settore dell’energia. Ultimamente, poi,  un quotidiano tedesco lo ha annoverato tra i primi 100 innovatori della Germania. Per quale motivo lei si sente – ed è stimato – come innovatore nel suo Paese?

 

Ritengo che esista realmente innovazione quando si ha la capacità di sviluppare soluzioni per il benessere delle persone. Ciò non significa organizzare un evento ma, ad esempio, scegliere una tecnologia innovativa e sostenere il suo sviluppo facendola conoscere a più persone possibile. Questa attività, importantissima nel settore della comunicazione, è diventata centrale anche nel mondo dell’energia. La vera innovazione nel campo delle soluzioni energetiche non è tanto nello sviluppo delle tecnologie, che nella maggior parte dei casi sono mature, ma sul come raggiungere con una corretta informazione tutti i cittadini, rendendole facilmente accessibili. Questa per me è attualmente la vera scommessa nel campo energetico. 

 

Credo che oltre ad una giusta comunicazione occorra offrire soluzioni semplici e concrete…

 

Certamente. In Italia – negli ultimi due anni – siamo riusciti a triplicare il numero di impianti installati: fotovoltaico, pompe di calore e soluzioni di efficienza energetica.  E siamo diventati nel Paese i numeri uno.

 

Ecco, parliamo dell’energy company che lei dirige. Voi da anni avete dimostrato una grande sensibilità sulle questioni della responsabilità sociale ed ambientale. In che modo vi sentite attori su queste questioni e con quali obiettivi?  

 

Io credo che un’azienda e lo stesso suo leader, come me, abbiano la responsabilità non solo di perseguire il business, ma il benessere della società.  Per questo la nostra missione aziendale – e ripeto la mia personale – è di sviluppare la sostenibilità ambientale, ed è per questo che noi abbiamo creato numerose attività al di fuori del business…

 

Ad esempio?

 

Abbiamo sviluppato un progetto particolarmente articolato, denominato Energy4Blue, nell’ambito del quale stiamo supportando varie iniziative: la mostra interattiva ed itinerante Ocean&Climate Village, dedicata alla relazione tra oceano e clima, organizzata a Napoli e curata dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO; il sostegno al Filicudi Wildlife Conservation, associazione no profit impegnata nella conservazione delle risorse marine dell’arcipelago Eoliano, con particolare attenzione alla protezione dei cetacei e delle tartarughe marine;  la realizzazione del progetto Save The Wave per la riforestazione di due praterie di posidonia oceanica, una nel golfo di Mondello, a Palermo, e l’altra alle isole Tremiti. 

 

Uno degli slogan che sostengono la vostra comunicazione è “ti aiutiamo a rendere la tua casa e la tua città più green”. In che modo state perseguendo questo obiettivo?

 

Lo facciamo sviluppando soluzioni integrate per residenze ed aziende. Soluzioni che riguardano impianti fotovoltaici, pompe di calore, efficienza energetica, accumulo e mobilità elettrica. L’insieme di queste tecnologie possono portare realmente a diminuire i consumi e le emissioni del 70% e quindi aumentare l’indipendenza energetica dello stesso valore. Queste soluzioni sono ormai davvero concrete in quanto si basano su tecnologie mature.

 

Credo che un’azienda che si occupa di soluzioni innovative, specialmente se riguardano la sostenibilità energetica, debba costantemente guardare avanti per porsi obiettivi sempre più sfidanti. Qual è, secondo lei, la più interessante novità che appare sul mercato italiano? 

 

Il nostro nuovo obiettivo è sviluppare soluzioni relative alle Comunità Energetiche Rinnovabili. Le CER possono avere immense possibilità di sviluppo perché non tutti gli italiani posseggono una casa monofamiliare, anzi più del 50% vive in un condominio. Ed i lastrici solari o i tetti dei palazzi spesso sono insufficienti ad ospitare un impianto fotovoltaico capace di soddisfare le utenze dell’edificio. Risulta quindi molto utile utilizzare anche altre superfici, magari quelle di una scuola, o di un supermercato.  Ecco così che prende forma un nuovo straordinario concetto: quello di energia condivisa. Più soggetti, privati o pubblici, residenziali o terziari, si possono unire in una comunità per condividere l’energia e gestirla nel modo più efficiente possibile. Nel mondo dell’energia non esiste nulla di più efficiente che produrre l’energia localmente e massimizzare l’autoconsumo.

 

Recentemente la Comunità Europea è tornata sui suoi passi sul bando dei motori termici al 2035. Ci saranno secondo lei delle importanti ripercussioni sullo sviluppo del mercato italiano dell’e-mobility?

 

Io credo che la direzione verso la mobilità elettrica sia ormai segnata e non ci potranno essere elementi che la ritardino. Tutti noi dobbiamo vedere questa tendenza come un’opportunità, e sono personalmente convinto che nei prossimi anni, anche in Italia, ci sarà una crescita significativa di questo settore. Inoltre l’e-mobility è una soluzione integrata e coerente con la transizione energetica.

 

In Italia abbiamo da poco un nuovo governo. Se lei potesse dialogare direttamente con la Presidente Meloni quali sono le 4 cose che le chiederebbe per incentivare lo sviluppo del settore in cui opera la sua azienda?

 

La prima cosa: adoperarsi per accelerare la transizione energetica: per le residenze, le aziende e per le città. Ciò significa continuare il supporto all’eco bonus ed estenderlo anche alle aziende ed agli edifici pubblici. Ad esempio, le scuole, che spesso versano in condizioni energetiche precarie e non hanno supporti per lavori di efficientamento. La seconda: finalizzare il decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili. L’Italia ha un’opportunità enorme. Pensi che questa possibilità esiste solo in Spagna oltre che da noi. Però dobbiamo perfezionare l’iter su alcuni passaggi operativi, e andrebbe fatto molto in fretta. Con le CER l’Italia ha la possibilità di diventare leader in Europa sulle rinnovabili. Il terzo: cercare di limitare i passaggi burocratici. La burocrazia, come in altri paesi europei, ritarda e rende più oneroso lo sviluppo del settore. Il quarto: investire sulla formazione professionale. Se nei prossimi anni vogliamo davvero installare milioni di moduli fotovoltaici, stazioni di ricarica e soluzioni d’efficientamento, bisogna spingere sulla formazione di ingegneri, installatori, elettricisti. 

 

Si tratta di un’opportunità immensa alla quale l’Italia non può rinunciare.

 

Mauro Spagnolo